Meno male che Giorgia c’è! Verso la Manovra di Bilancio.

Il post pandemia lo immaginavamo diverso. La ripartenza, il Pnrr, i piani di rilancio dell’economia non potevano prevedere due conflitti in Occidente e le loro drammatiche conseguenze. Governare in un contesto così mutevole e complesso pone tutti gli Stati in una condizione di attesa e di  prudenza. Nonostante ciò l’Italia, che finalmente gode di stabilità politica, ha una guida forte, legittimata e protagonista nello scenario internazionale. Nonostante tutto l’Italia va meglio di molte Nazioni europee e cresce nei numeri indicativi del lavoro e dello sviluppo economico. Nonostante gli attacchi, i dossieraggi, i colpi bassi Giorgia Meloni prosegue il suo cammino a testa alta impartendo a tutti, semmai ce ne fosse ancora bisogno, lezioni su cosa vuol dire essere e rappresentare degnamente lo Stato.  E’ da Berlusconi a Pratica di Mare che l’Italia non era più quella grande Nazione invidiata e rispettata, Nazione capace di aggregare e di mediare, Nazione faro in Europa e nel Mediterraneo.  L’Italia ha bisogno di Giorgia Meloni più di ogni altra cosa. Hanno fallito i tecnici, ha fallito la politica del mettersi in ginocchio al cospetto dei Capi di Stato europei praticata da Conte e dalla sinistra troppo abituata a svendere gli asset strategici ai nostri competitors. Chi parla con leggerezza e con poca responsabilità della prossima legge di bilancio dovrebbe tener conto dei danni prodotti da Conte e soci. Il superbonus, insieme agli altri bonus edilizi, pesa sulle tasche dei contribuenti per 150 miliardi. Cifre da capogiro che il leader pentastellato ha vanificato raccontando agli italiani che tutto sarebbe stato attivato “gratuitamente”. Il “gratuitamente” dell’avvocato del popolo  vale almeno 5 manovre di bilancio, bilancio che, tra mille difficoltà,  sarà approvato con misure di sostegno a famiglie ed imprese e con un incremento di fondi per la sanità. Ecco i punti qualificanti della manovra:

TAGLIO CUNEO FISCALE E RIFORMA ALIQUOTE IRPEF

Destinati 10 miliardi al rinnovo del taglio del cuneo fiscale contributivo (7% per i redditi fino a 25.000 euro, 6% per i redditi fino a 35.000 euro). A questa misura si aggiunge la riforma delle aliquote IRPEF, con l’accorpamento delle prime due fasce (0-15.000  euro al 23% e 15.000-28.000 euro al 25%) al 23% per tutti i redditi fino a 28.000 euro l’anno. La misura è finanziata in manovra con 4,3  miliardi. La contemporanea applicazione della riduzione del cuneo contributivo e della nuova aliquota IRPEF avrà l’effetto di rafforzare le  buste paga dei lavoratori dipendenti fino 1.298 euro annui (per 27.500 euro lordi annui).

RINNOVO CONTRATTI PA

Cinque miliardi per i rinnovi dei contratti della pubblica amministrazione, a cui si aggiungono circa 2,5 miliardi destinati al personale medico sanitario.

SANITÀ

Per la sanità previsto uno stanziamento aggiuntivo pari a 3 miliardi l’anno 2024 (al quale devono aggiungersi le risorse PNRR e i 300 mln riconosciuti alla Regione Sicilia) e 4,2 miliardi a decorrere dall’anno 2026. Tra le misure previste l’introduzione di indennità per medici e altro personale sanitario impegnati nella riduzione dei tempi delle liste di attesa. Si stanziano risorse pari a 250 milioni di euro per l’anno 2025 e 350 milioni di euro a decorrere dal 2026 per il potenziamento dell’assistenza territoriale anche con riferimento a nuove assunzioni di personale sanitario

FAMIGLIE E BONUS NATALITÀ

In favore delle famiglie numerose e per alzare il tasso di natalità sono destinate risorse pari a 1 miliardo di euro. Confermata la carta “dedicata a te” nella misura di 600 milioni di euro per l’anno 2024. Si integra lo stanziamento dei mutui prima casa di circa 380 milioni di euro per l’anno 2024 e si stanziano risorse per il rifinanziamento del contributo straordinario per il caro energia e il bonus sociale elettricità (200 milioni di euro) per sostenere le fasce più deboli della popolazione nel primo trimestre dell’anno prossimo, il trimestre nel quale i consumi di energia sono più rilevanti. Viene poi rafforzato il bonus asili nido. La decontribuzione assume un volto nuovo con riferimento alle donne lavoratrici, prevedendo che la quota dello sgravio sia pari all’intera quota dei contributi a carico delle lavoratrici stesse, per un anno se hanno due figli fino all’età di 10 anni del più piccolo e permanente per quelle che hanno 3 figli fino ai 18 anni del più piccolo.

LAVORO

In manovra confermata la detassazione dei premi produttività al 5% e la soglia fino a 2.000 euro dei fringe benefit per i lavoratori con figli a carico, fino a 1.000 euro per tutti gli altri (si potranno utilizzare anche per pagamenti di affitto e mutuo prima casa). Previsti anche per il 2024 incentivi per le assunzioni di donne disoccupate, confermati i beneficiari dell’assegno di inclusione e i giovani. Arriva anche la detassazione per i lavoratori del settore del turismo notturno e festivo.

IMPRESE

In attesa della completa attuazione della revisione delle agevolazioni fiscali alle imprese si dispone per il 2024 una maggiorazione del costo ammesso in deduzione in presenza di nuove assunzioni (circa 1,3 miliardi). Rinviata fino al 1° luglio 2024 l’entrata in vigore della plastic e sugar tax. Per le imprese e per sostenere gli investimenti privati sarà previsto un credito di imposta per coloro che effettuano l’acquisizione dei beni strumentali destinati a strutture produttive nel Mezzogiorno, vengono stanziati 1,8 miliardi nel 2024 ai quali si aggiungono le risorse per contratti di sviluppo, nuova Sabatini e contratti di sviluppo (300 mln).

PENSIONI

Alcune revisioni riguarderanno l’APE, con innalzamento a 36 anni del requisito contributivo per gli uomini rispetto alla legislazione vigente e con requisiti diversi per le donne, e quota 104 con alcune specifiche che tengono conto della necessità di valorizzare chi vuole rimanere a lavoro (quali il cd. Bonus Maroni). Ape o Opzione donna della scorsa legge di bilancio non saranno quindi confermate nella loro precedente fisionomia ma cambieranno prevedendo uno strumento unico di accompagnamento alla pensione. Per il 2024 rimodulato il meccanismo di indicizzazione delle pensioni all’inflazione in vigore lo scorso anno, a tutela delle pensioni più basse. Inoltre, grazie anche alla riforma delle aliquote IRPEF i pensionati potranno avere benefici fino a 1.279 euro annui (reddito da pensione intorno a 28.000 euro). Un sostegno concreto al potere d’acquisto contro gli effetti dell’inflazione.

INFRASTRUTTURE E AUTONOMIE

La manovra assicura inoltre le risorse necessarie per la realizzazione del Ponte sullo stretto e diversi investimenti a vantaggio delle Regioni (50 mln), enti territoriali (per la progettazione 100 mln) e amministrazioni centrali (circa 27 miliardi nel periodo 2024-2038). Previsti quasi 2 miliardi per finanziare intese con autonomie speciali, riequilibrio strutturale dei comuni che hanno sottoscritto ripiani per i disavanzi e contrastare lo spopolamento.

INVESTIMENTI E GARANZIE PUBBLICHE

In manovra approvato anche il piano di riforma della gestione delle garanzie pubbliche che ha l’obiettivo di indirizzare lo strumento su investimenti anche sociali che garantiscano un alto valore aggiunto come quelli nelle infrastrutture strategiche e per la transizione tecnologica, verde e digitale delle imprese. L’obiettivo è trasformare le garanzie in leve per investimenti fortemente addizionali e per  coinvolgere gli investitori privati.

GLOBAL MINIMUM TAX

Dal 1° gennaio 2024 prevista l’entrata in vigore della global minimum tax al 15% per i gruppi multinazionali con fatturato annuo superiore a 750 milioni di euro. La norma recepisce la direttiva europea in materia e segue l’approccio comune, condiviso a livello G20 e OCSE, per ridurre le distorsioni dovute ai differenti livelli di tassazione nei Paesi. Nel decreto rientra anche un pacchetto di interventi sulla fiscalità internazionale, che introduce regole certe, procedure semplificate per le persone fisiche e le società di capitali residenti in Italia o che intendono trasferire loro sede e attività nel nostro Paese. Alle imprese e attività produttive che ritornano a investire in Italia (“Reshoring” in Italia) sarà riconosciuta una tassazione agevolata: riduzione del 50% delle imposte sui redditi. L’agevolazione si applica nel periodo d’imposta in cui avviene il trasferimento e per i 5 anni successivi. Per poter beneficiare dell’agevolazione, l’attività deve essere stata svolta in precedenza in un paese diverso da uno Stato UE o appartenente allo Spazio Economico Europeo. Per evitare delocalizzazioni, l’impresa dovrà restituire quanto ricevuto, pagando anche gli interessi, se decide di trasferire l’attività in un altro Stato durante il periodo in cui beneficia dell’agevolazione e nei successivi 5 anni. Dal 2024 sarà riconosciuto un nuovo regime agevolato per i lavoratori dipendenti o autonomi che tornano in Italia, ossia che trasferiscono la propria residenza fiscale in Italia per un massimo di 5 anni. Potranno beneficiare di una riduzione della tassazione del 50%, entro un limite di reddito agevolabile pari a 600.000 euro, i lavoratori in possesso dei requisiti di elevata qualificazione o specializzazione che non risultano essere già stati residenti nel nostro Paese nei 3 periodi d’imposta precedenti al conseguimento della residenza. Tali lavoratori dovranno restituire le agevolazioni, pagando gli interessi, se non mantengono la residenza fiscale nei 5 anni. Invariate le disposizioni per i ricercatori e professori universitari già previste.